S2 - 3^ puntata PDF Stampa E-mail
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Scritto da Clark Maul   
Giovedì 18 Agosto 2011 00:00
"E' dentro signore"
Sipphreus si limita ad annuire, mentre guarda lo schermo. Stringe le labbra fino a farle diventare bianche, quindi si volta di scatto e si muove verso l'uscita
"Ma... signore?" fa incredulo il tecnico "Non assiste all'interrogatorio?"
"Se il capitano scoprirà qualcosa, me lo farà sapere di certo. Ma so già come andrà a finire. Quando Casperm avrà finito, liberate Neo" detto questo le porte automatiche del laboratorio si aprono.
I lunghi corridoi del palazzo. Gli interminabili corridoi del palazzo di Sipphreus. Nati come bunker per la seconda terribile guerra degli scroti, Sipphreus li aveva fatti puntellare e allargare fino a tramutare quelle catacombe nel palazzo imperiale. Quante volte li aveva attraversati? Quante volte aveva deambulato su e giù per la loro lunghezza, misurandoli a passi e pensieri? Ne aveva perso il conto da secoli. Il vecchio tiranno, muovendosi nell'unico rumore del fruscio del suo kimono, li percorre lentamente. E scende. Scende sempre di più, sempre più a fondo. Le antiche e dimenticate segrete del palazzo. Lì dove si rifugiava quando i Destroyer dell'accademia di Q3 lo cercavano, quando sembrava che non vi sarebbe più stata un'alba per lui. A chiunque era stato fatto esplicito divieto di scendervi. I massacratori, i bot a livello Rocco Siffredi che non dormono mai, pattugliano l'ingresso giorno e notte, instancabilmente, continuamente, come solo un androide senza sonno può fare. L'ordine non è di fermare, deviare o impedire il passaggio. No. Sipphreus aveva dato un solo unico ordine ai massacratori: uccidere a vista. Un massacratore può permettere il passaggio solo a chi aveva fondato il regime. A nessun'altro.
Quanto ancora vuoi scendere, vecchio despota? Quanti pochi minuti mancano perché il centro della terra veda la tua orribile faccia?
Quanti hanno cercato di violare questa tua alcova segreta? Quanti hanno perso la vita o sono stati orribilmente mutilati, cercando di entrare nel sancta-sanctorum per carpire gli orribili segreti nascosti?
Come sempre accade, in questi casi, le storie, le leggende, i miti nascono spontaneamente. Per anni si era parlato di una favolosa ricchezza, di una sala tortura dotata delle più macabre attrezzatura, di un archivio con materiale capace di ricattare chiunque e in qualunque parte del mondo. No, vero Sipphreus? Niente di tutto questo. Ma fa sempre piacere, no? Essere temuto e odiato. Tutte le dittature, ma anche molte democrazie, hanno bisogno di un luogo segreto, di un inespugnabile, inconquistabile, introvabile punto oscuro.
E tu hai lavorato per anni perché tutte quelle storie circolassero. Le hai alimentate, curate, come un paziente giardiniere con la sua siepe preferita.
Ma oggi non sei qui per gongolarti. Non è per questo che sei passato incolume tra i massacratori, non è per questo che hai camminato per centinaia di metri sotto la crosta terrestre.
Oggi sei qui perché vuoi risposte, perché vuoi capire.
Il tuo nuovo giocattolo funziona molto bene. Oh, se funziona bene...
Ci sono domande che la tua sala controllo non può soddisfare.
Ci sono interrogativi che il tuo occhio vigile non riesce a comprendere.
Ci sono dubbi che i tuoi prodighi servizi segreti non riescono a sciogliere.
E' in momenti come questi che ti piace scendere qui sotto, dove tutto ha avuto inizio.
La grande sala rettangolare ti accoglie come al solito: con un leggero brusio.
I fari, semplici e spartani, calati dal soffitto, illuminano tiepidamente l'ambiente, creando un raccapricciante effetto caverna.
La luce sotto di loro.
Il buio sopra di loro.
Sipphreus cammina silenzioso verso il centro della sala.
La sua mano scorre delicata, silenziosa, come una lama sulle carni, su un enorme sarcofago di pietra. Dal sarcofago escono cavi e cavetti e un grande computer monitorizza costantemente... cosa? Non è facile dirlo, vero Sipphreus? No, non lo è affatto. Come spiegare quello che è successo in tutti questi secoli? Come rendere partecipe un normalissimo "mortale" di... questo!?
Il suo sguardo malinconico si posa sul grande vetro che chiude il sarcofago. Rimane quasi in contemplazione, con un sorriso leggero. Poi scivola leggero verso il computer e guarda i suoi display senza vederli veramente. Quindi annuisce e solo allora, silenzioso, si allontana nuovamente verso l'uscita.
Sipphreus cammina.
Sipphreus scivola leggero nei lunghi corridoi.
Sipphreus è sicuro che tutto sta andando esattamente come aveva previsto, che tutto procede per il meglio.
E mentre lo fa, nel fondo dei suoi occhi, ancora è incastonata l'immagine del grande sarcofago di pietra. La sua superficie liscia, la perfetta giuntura tra il vetro blindato e il sarcofago, le decine di cavi e cavetti che entrano e escono. E la figura ammantata di nero che all'interno è intrappolata.
Oh sì, tutto va davvero per il meglio
Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Maggio 2012 22:33
 

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