Iniziazione GiP |
Scritto da Clark Maul |
Mi sembra giusto, per il Natale, regalare a Gip la tanto attesa iniziazione. Mi è costata parecchio in termini di fantasia e tempo, ma ne varrà la pena... Per l'occasione, la tua iniziazione sarà descritta come in un libro...
un ulteriore omaggio alla tua persona E' un po "fuori" dai classici, ma spero che ti piaccia! Auguri Gip... goditi il tuo ULTIMO NATALE. Non ricordava nulla. Tantomeno perchè si trovasse lì, in quella grande stanza, scavata nella roccia viva, con quel pavimento scomodo e spigoloso, con l'umidità che riempiva l'aria e gli bagnava i vestiti, al buio più completo. Non sapeva perchè lo avessero rinchiuso lì, con l'unica compagnia di un lettino da ambulatorio, sporco e sconnesso, senza una rotella e odoroso di muffa. L'unica cosa che lo distraeva dalla pazzia erano i lacci di cuoio di quel lettino. Puliti, in perfetta efficienza, resistenti. Spesso ci giocherellava. Ad ognuno di loro, quattro, aveva dato un nome e negli sprazzi di follia ci parlava animatamente, li curava, o semplicemente li stringeva cercando qualcosa di caldo. Freddo... ce ne era tanto. Quello straccio che portava, così simile ad una vestaglia di ospedale, non poteva schermarlo in alcun modo da quella fastidiosa corrente che di tanto in tanto puliva l'aria viziata della stanza. Ancora quel rumore. Aveva veramente poco di umano. Era costante, ogni 100 unità temporali lo poteva sentire perfettamente e ne durava almeno le 30 successive. Era il segnale che la brezza stava arrivando. Il rumore era acuto, quasi impercettibile se lì ci fosse stata gente. Ma non c'era. Non c'era nessuno. Solo il rumore ed l'interminabile trascorrere delle unità temporali. Un tempo, ricordava, aveva un oggetto legato al suo polso, quando ancora viveva in superficie, che lo aiutava a scandire le unità temporali senza doverle contare in continuazione. Quella era vita: un mondo fatto di luci, carri senza cavalli, grandi scatole con un lato di vetro da cui osservare un mondo grandissimo, probabilmente magico, in quanto troppo grande perchè potesse essere costretto lì dentro. Poi era successo qualcosa, ma non ricordava nulla. Si alzò in piedi e mosse qualche passo. In che direzione aveva camminato? Quanto oscuro era il buio che lo circondava? Quale orribile mistero celava? Tornò indietro quasi disperatamente e si aggrappò nuovamente al lettino, suo unico riferimento. Cosa era stato? Rumori... rumori che si avvicinavano... passi? Possibile? Ma passi di chi? Cercò nella sua mente, ma non riuscì a scansare la nebbia che lo ottenebrava. Tutto quello che poteva ricordare erano quelle figure piccole, bianche dalla grande testa. Improvvisamente si fece luce. Lanciò un urlo terribile, per il dolore alla testa. Quella luce, dritta sul viso lo aveva accecato. Cercò con le mani i suoi lacci di cuoio, ma non trovandoli prese a camminare, incianpando e cadendo rovinosamente. Strisciò graffiandosi le gambe e le mani verso una parete, continuando a tenersi il viso. Le voci. Cristo, erano tornate! Ora iniziava a ricordare... quelle figure sottili, piccole e bianche, dalla grande testa che lo portavano via, costringendolo a fare cose orribili. Iniziò a piangere ed a chiedere pietà . "Eccolo. E' lui" "Ma che diavolo avete fatto?" "Ne più ne meno di quello che ci avevate detto" "Siete degli idioti. Non volevamo che lo riduceste così!" "Ma noi..." "Tacete. Portatelo su. Oramai quello che è fatto, è fatto e noi abbiamo fretta" Le figure bianche lo afferrarono per le braccia magre e lo portarono via. Scosso da tremiti e dalle lacrime, continuava a coprirsi gli occhi. Fu portato lontano. Non avrebbe saputo dire quanto, ma la stanchezza di quel viaggio, con la nuda pietra che gli graffiava i piedi, fu troppa e perse i sensi. Quando aprì gli occhi era sdraiato. Una luce forte sopra di lui. Attorno a lui numerose figure bianche, esili e piccole, dalla testa gigantesca lavoravano intensamente. Non era legato, ma la forza gli mancava e decise di rimanere immobile. Sopra, nel buio, delle figure come lui, simili a lui, parlavano. Non poteva vederle bene, ma poteva sentirle. Sentiva tutto, adesso... "Abbiamo esagerato. Stavolta abbiamo davvero esagerato" "Non direi. Piuttosto è lui che non ha resistenza" "Ma stai scherzando? Hai visto in che condizione è?" "Se non è fatto per questo genere di cose, perchè ha chiesto di entrare a far parte del clan?" "Non so se avesse ben chiaro a cosa stesse andando incontro. Ma una cosa è sicura: a mio giudizio abbiamo superato ogni limite" "Per me no" "No? NOOO? Ma sei definitivamente impazzito? Preso, incatenato ad un trattore, utilizzato per spargere letame sino a diventare completamente nero, travestito con calze a rete, una parrucca bionda e costretto a battere sui viali di Nairobi, portandogli 5000 clienti a sera e tutti rigorosamente super-dotati, utilizzato come straccio per il set di un film porno di rocco siffredi, cosparso di urina di cavalla ed incatenato in un recinto per stalloni da riproduzione, inchiodato sul cofano della tua macchina e lanciato a quattro volte la velocità del suono contro l'utilitaria di Mubasa, capo della comunità congolese a Roma con la scritta sul petto -odio i fottuti negri-, riempito di palline con i sonaglini e lasciato per 3 giorni in un allevamento di shih-tzu, e quindi costretto ad ascoltare MANUELA E LAURA parlare tra di loro per 12 ore non ti sembra troppo???" "Ma è l'iniziazione!" "Iniziazione un cazzo. Sono due mesi che è ridotto così, senza contare Snack che ogni 3 minuti va e gli rutta nella stanza" "Ha continuato a mostrare lucidità fino alla fine... dopo la chiacchierata con quelle due ha iniziato a dare i primi segni di squilibrio" "Ci mancherebbe. Comunque... rimettilo in sesto, la LAN sta per iniziare e lo stanno aspettando. Lollo ha finito la sua mappa di ONS e vorremmo provarla." "Te lo rimetterò in piedi in pochissimo tempo, fidati" "Ah, Clark, un'ultima cosa..." "Dimmi Sipphy" "Di a quei tre coglioni che carnevale è finito una settimana fa e che si levassero quel vestito da spermatozoi!" |
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